Lancio del martello

Una palla di metallo attaccata a un cavo d’acciaio lungo poco più di un metro. Le mani giunte, le braccia distese: bisogna roteare con maestria, muovere i piedi rapidamente e sfruttarne uno come perno, non perdere l’equilibrio e non finire fuori dalla pedana. Semplice? Affatto. Ma è il fascino del lancio del martello. La palla, appunto, pesa 7,26 kg per gli uomini, 4 kg per le donne. Come per il disco, visti i rischi, è obbligatoria la presenza della gabbia a circondare la pedana di poco superiore ai due metri di diametro. Non basta la forza, serve anche tanta tecnica per far volare l’attrezzo e non farlo finire ‘fuori settore’ ovvero al di là dell’area dove potrà essere misurato.
È datato 1986 il record mondiale maschile: 86,74 per il due volte campione olimpico Yuriy Sedikh (Urss). Primatista del mondo femminile è invece la polacca Anita Wlodarczyk (82,98 nel 2016), vincitrice delle ultime tre medaglie d’oro olimpiche e di quattro titoli mondiali.
Per le donne, il lancio del martello ha debuttato nel programma olimpico soltanto a Sydney 2000, con la vittoria della non ancora diciottenne polacca Kamila Skolimowska, scomparsa tragicamente pochi anni più tardi. Esiste anche il ‘martellone’ (o martello con maniglia corta), più pesante e con un cavo dalla lunghezza molto limitata: fu specialità olimpica nel 1904 e nel 1920.
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