C’era una volta un professore di educazione fisica che aveva un sogno. Un sogno inseguito, a lungo. Il sogno era costruire una pista di atletica, una pista che avrebbe circondato la scuola consentendo alle ragazze e ai ragazzi della scuola di poter correre, ma anche, con le opportune pedane, saltare e lanciare.

Il professore, che si chiama Gianni di nome e Alessio di cognome, non si scoraggiò quando il sogno non voleva proprio sapere di realizzarsi. Problemi economici, burocratici, logistici. Superato un ostacolo, compariva una trappola. Ma chi la dura la vince. E così, la scuola “Laparelli”, quartiere di Torpignattara, ebbe la sua pista. Inaugurata in una mattinata piena di grandi personaggi, fra i quali Pietro Mennea e Gianni Rivera, allora delegato allo sport del Comune di Roma. Una giornata indimenticabile, che riuscì a seminare tanto.

Perché intanto in pista cominciarono a crescere fra le altre anche due atlete paralimpiche: da Laura Coccia, a cui avevano detto “lascia perdere, lo sport non è per te, al massimo mettiti a fare l’arbitro se vuoi”, poi finita per una legislatura addirittura in Parlamento, ad Oxana Corso, che sarebbe salita sul podio dello sprint nelle Paralimpiadi a Londra nel 2012, conquistando due medaglie d’argento nei 100 e nei 200 metri e diventando una delle atlete simbolo del movimento. Ma intorno a loro s’è fatto e si fa tanto. Pure una formidabile scuola di circo. E naturalmente, tanta atletica. A tutte le velocità. In tutte le corsie. Un sogno realizzato merita questo e altro.