La magica osmosi di energia tra Gianmarco Tamberi e gli appassionati di atletica era avvenuta anche in quella serata di giugno, a Roma, al Golden Gala. Era il 2016. Gimbo, con la consueta “mezza barba”, si piazzò terzo con 2.30. La gara fu vinta da Bohdan Bondarenko, protagonista di quello che sarebbe stato il suo ultimo anno ad altissimo livello, con 2.33. Il secondo posto fu appannaggio del britannico Grabarz, che saltò la stessa misura del portacolori azzurro. Gimbo stava entrando in forma: poco più di un mese più tardi avrebbe raggiunto i 2.39 in quella vorticosa e sciagurata serata a Montecarlo. Quel 15 luglio arrivò dove non è più arrivato, alla soglia dei 2 metri e 40. Lo sappiamo, l’infortunio che si procurò mentre tentava di varcare l’asticella a 2.41 lo costrinse a saltare Rio, per poi guadagnare un oro ancora più bello cinque anni più tardi. Gianmarco è così, non si risparmia mai. Quando è in pedana, dà tutto fino all’ultimo.

Durante quel Golden Gala del 2016 concentrato, avrebbe voluto regalare di più ai tifosi in pedana. Donò comunque tutto sé stesso sugli spalti, fermandosi a firmare autografi in mezzo al pubblico.

Sognava gli eventuali Giochi Olimpici di Roma 2024, come avrebbe rivelato ai giornalisti dopo la gara, e nel frattempo si godeva la folla del meeting, che lo aveva supportato durante tutta la gara con grande trasporto: “Ora capisco perché Totti è così felice qui: un entusiasmo fantastico”, aveva detto, con il suo carismatico ed irresistibile sorriso stampato in viso.